
12 Settembre 1998
“Salute a voi.
Giungo per trasmettervi nuovi frammenti di Conoscenza che vi permettano di procedere nella vostra erudizione, di cui ho avuto incarico.
Nel tempo e nello spazio umani attuali, nella famelica necessità di Conoscenza, vi è una evidente tendenza a cercare la Verità nella tradizione orientale, ma la conoscenza orientale nasce da quella medesima Fonte da cui hanno preso corpo le teogonie occidentali, indi, a meno di contenuti formali, essa risulta essere sostanzialmente identica alla occidentale.
È un limite umano e, col tempo, sarà per voi sempre più causa di stupore, in seguito al nostro dire, che ancora nel tempo attuale, non siano stati colti i profondi legami che le affratellano e le fanno figlie del medesimo Padre e della medesima Madre.
EA’ non ha concesso ad alcuno il privilegio di possedere in esclusiva la Conoscenza e, pertanto, nessun popolo o razza, può fregiarsi del titolo di eletto.
Nessuno ha avuto il diritto di primogenitura per poter detenere per sé solo i beni del Padre, lasciando agli altri le briciole dell’eredità. Solo spiriti imbevuti di fanatismo e di intransigenza possono giungere a una tale conclusione, che è contraria, non solo a un modo intelligente di valutazione, ma anche al semplice buon senso, dal momento che tutti sono figli del Padre.
Nessun popolo, nessuna razza ha, indi, il diritto di andare ad evangelizzare gli altri.
Questo privilegio non appartiene a nessuno, poiché la Conoscenza, equamente elargita a tutti i popoli, dipende da fattori ancestrali, i quali assegnano a ciascun popolo un proprio corso storico.
Indi, ogni popolo avrà un compito ben preciso da assolvere, che dovrà svolgere nel grande consesso dell’Umanità e nell’economia generale della civiltà, secondo il suo temperamento e la sua costituzione mentale e fisica, dipendenti da specifici fattori.
Contro ogni direttiva divina, è palese che, or ora, l’Oriente tende a portare la sua Luce in Occidente, come se la sua lanterna fosse meno fumosa dell’Occidente e rifulga di più vivo splendore.
D’altra parte, la medesima considerazione vale per l’Ovest che ha sempre cercato di evangelizzare il resto dell’umanità.
Queste ingerenze non sono manifestazione dell’Ordine, in quanto, innestandosi in substrati affatto loro congeniali per storia, costituzione mentale e fisica e fattori ambientali, fanno sorgere pseudo-filosofie e pseudo-religioni, che poco hanno a che fare con quelle originali. Queste, difatti, vengono distorte dai fattori genetici dei popoli evangelizzati, che sono ben diversi e sostanzialmente discordanti da quelli dei pretesi missionari.
D’altro canto, da parte dell’evangelizzazione dell’Ovest, sono visibili le distorsioni liturgiche operate dai popoli evangelizzati, che annullano ogni valore intrinseco posseduto dal rito che, per essere efficace, deve conservare integre le sue modalità originali.
Il giustificare queste aberrazioni, adducendo il pretesto che l’intenzione è sufficiente a far da supporto a quanto si sta ritualmente compiendo, dimostra quanto sia lontano dalla vera Conoscenza colui che vuole imporre la sua fede.
Ogni popolo ha una sua fisionomia ben precisa e un proprio terreno di cultura in cui possono germogliare determinati semi, e non altri, come vi mostra saggiamente la Natura, che fa crescere le varie specie – animale, vegetale e minerale – ognuna là ove più le si addice.
Un popolo, in origine, fu depositario della Conoscenza: il popolo della sacra Terra Rossa, che funse da Arca e che tenne al sicuro, nel recesso dei templi, la Tradizione, dopo il traumatico passaggio di era, che segnò la scomparsa, nel vostro spazio, di un intero continente, e l’avvento di ciò che gli umani denominano Età del Ferro.
Da quel potente centro calorifico, che fu l’Egitto, scelto per la sua posizione geografica, in rapporto alle misure geodetiche del globo, misure sacre, e sede del Nord Iperboreo, la Conoscenza si irradiò di nuovo nel mondo umano.
Per mezzo di Mosè, essa giunse al popolo ebraico e ai popoli semitici; per mezzo di taluni umani che la possedevano profondamente passò sul suolo dell’Ellade; per irradiazione diretta giunse nella Terra fra i due fiumi, ove sorsero i Caldei, i grandi saggi; infine, donò i suoi tesori agli invasori, che calpestarono il suo suolo.
In tale modo, la Conoscenza non andò mai perduta e poté nuovamente diffondersi, celata dai simboli, fra i vari popoli, sempre identica a sé stessa, sostanzialmente uguale, anche se, formalmente, dovette assumere aspetti diversi, che si confacessero alle varie esigenze esogene ed endogene, e in accordo con le vicende che i popoli dovevano recitare sul grande palcoscenico della Storia.
Risalendo alle fonti storiche dei vari popoli, è possibile scorgere l’identità delle varie credenze fra loro. Più saprete rimuovere la polvere e la crosta, che gli umani vi hanno depositato, più la Conoscenza salirà alla luce e sarà visibile ovunque simile e sorgente da un unico, possente ceppo, le cui radici affondano nella Terra Rossa.
Terra da non considerare sede di un popolo eletto, ma la fedele custode di una Tradizione, avuta in retaggio da civiltà, provenienti da altri tempi e altri spazi, che la precedettero sul vostro pianeta e, che, come depositaria si preoccupò che essa si trasmettesse, integra e intatta, presso tutti i popoli.
Pur detenendo, sotto forma di simbolismi, la Conoscenza giunta da altri spazi, il popolo della Terra Rossa mai cercò di arrogarsi superiorità. Solo giungendo al popolo ebraico si diffuse l’appellativo di popolo eletto, di popolo di EA’. Essi ritennero, infatti, la loro, l’unica e la sola vera religione esistente.
L’aberrazione ebraica fu fatta propria, più tardi, dal cristianesimo, quando si innestò sul tronco dei discendenti di Davide, e ancora più tardi dal cattolicesimo, che travisò il vero messaggio del Maestro.
Colui che è alla cerca, riconosce la Verità al di là delle fedi, ovunque essa sia. Pertanto, colui che è alla cerca dovrà accostarsi con il massimo rispetto, ma anche con molta benevolenza e con la santa intenzione di associarsi al fratello, che persegue la medesima meta, percorrendo una strada apparentemente differente. E con lui potrà dire: “Ecce quam bonum et quam iucundum habitare, Fratres, in unum” [Come è bello e gioioso abitare, vivere da Fratelli la stessa casa].
Nelle terre dell’Est, fra i dirupi del Tibet, altro centro vitale di Conoscenza, il cielo buddista appare suddiviso in Tre Regioni o Tray Loka (Loca), ma di ciò vi dirà in seguito colui che presso di Noi detiene in tale senso le più alte conoscenze.
La suddivisione ternaria, indi, si riscontra ovunque: su essa poggiano tutti gli Universi: l’Uno-Tutto, ed analogicamente l’umano, il riflesso dell’Universo stesso.
Come per l’Oriente, l’Universo si regge su una impalcatura, che si sviluppa secondo un concetto ternario, così per l’Occidente su: Nous, Anima, Corpo.
Il medesimo concetto, per la visione ebraica diviene: Nephesc – la scintilla divina, lo Spirito; Ru’ah – l’anima, la vita; Neshamah – il corpo.
Questi sono i componenti principali dell’Uno-Tutto, mostrato nella sua prospettiva statica, di fronte alla Quadruplicità, simbolo di Colui che è in atto, di EA’ che appare il Creatore, l’Uno-Tutto nella fase dinamica.
Dal Tre, la Trinità primigenia, per moltiplicazione di sé stessa o per elevazione al quadrato, simbolo di potenza, passa al Nove, all’Enneade, cantata da tutte le misteriosofie.
L’Enneade, oltre ad essere la manifestazione visibile, è anche il mondo invisibile, percepito dal cuore, in cui colui che è alla cerca porrà la sua centralità.
Dal cuore e col cuore, colui che è alla cerca potrà cogliere le forze che lo animano, le forze intellettive che lo guidano, la Forza prima che lo sostiene e gli dà la ragione della sua stessa esistenza.
In tale modo, l’Enneade o il Nove compendia l’Uno che È, nella sua forma visibile, e in quella invisibile, al di là, è il Capo Cosmico, l’Atum di Heliopolis, l’Invisibile, Colui che non è, la cui estrinsecazione è la Virtù Prima, Dio, EA’, Creatore e creatura nel medesimo tempo.
Occupiamoci, or ora, dell’Enneade nella raffigurazione sulle nove porte dei sepolcri tebani, di cui vi trasmetto, nell’ordine, il significato:
l ° I guardiani delle terre
2° I tortuosi
3° Il pungente
4° Il volto della Fiamma
5° Il Fuoco nel suo Occhio
6°
7°
8° Il volto dell’ardore
9° il corno del mondo.
L’Enneade egizia era la rappresentazione scientifica degli Universi sui vari piani dell’esistenza e, in ultima analisi, la raffigurazione dell’Uno-Tutto, nella totalità. Quando uscì dai templi, in cui era stata accuratamente custodita, si sparse fra i vari popoli che ebbero contatti con gli abitanti della Terra Rossa, divenendo la base dell’esoterismo di tutte le religioni e delle maggiori misteriosofie. Mosè la descrisse nel Barascith, nella sequenza discendente:
- Set [Enos?]
- Kenan
- Maalaleèl
- Iared
- Enoch
- Matusalemme
- Lamech
- e infine Noè
che più tardi, a causa della corruzione della Verità primigenia e dell’incomprensione generale della Tradizione, divennero i Patriarchi vissuti prima del Diluvio.
È tempo che mi accomiati, affinché possiate accogliere i frammenti di Conoscenza che vi sono giunti e comprenderne il significato.
Che la Luce sia con voi.”

