Ministri della chiesa di Pietra

25 Marzo 1998

“Salute a voi.

Giungo per discorrere un poco di ciò che desta odora la vostra apprensione, ma pure di ciò che reputiamo importante per plasmare le vostre coscienze attraverso la Conoscenza, che favorirà la realizzazione del Progetto. […]

[…] A voi dico che non è più tempo ad essere montagna: per favorire la propria liberazione dell’altrui liberazione è tempo di divenire fiume.

Che cosa intendo con tale dire?

Le montagne sono assai belle: nell’osservarle, non si può non pensare alla magnanimità del Cielo: sono prove vive dell’amore di EA verso gli umani, ma il destino delle montagne è quello di rendere una testimonianza.

Non sono come i fiumi, che si muovono e con il loro scorrere trasformano il paesaggio. Che l’esistenza umana dunque non sia solo la testimonianza dei giorni della Cielo, ma pure l’espressione all’utilizzo di tali idonee per favorire la trasformazione del singolo, e di singolo in singolo di intere moltitudini.

Vi invito rammentare che ciò che il Maestro attende è la realizzazione di ciascun essere, a cui è dato di scegliere il modo e il tempo di tale realizzazione. 

La via della Cielo è unica, i sentieri umani molteplici. La via indicata dalla Maestro è la più semplice era meno dolorosa, perché è intrisa di gaudio, essendo la via dell’amore e della fede.

Poi tutti rammentate sempre che la casa del padre ha molte dimore: ciascuno offra al Cielo ciò che può offrire senza temere, perché il Padre comprende e attende; ma non indugiate quando vi viene offerta la possibilità di procedere. Non siate succubi della paura non temete l’ignoto, quando avete veduto la via.

A coloro che temono di non essere adeguati nell’affrontare le prove che si sono mostrate dinanzi ai loro perché temo di non possedere gli strumenti e la perseveranza, dico che se si sente profondamente il desiderio di percorrere il cammino della liberazione non vi sono reali ostacoli, illusori si, ma reali no: un campo maggese garantisce raccolto ma un campo incolto accoglie in sé il segreto della fertilità.

L’indomani, nel loro spazio, nel loro tempo, dedicano l’esistenza ad acquistare destrezza qualunque cosa essi facciano. Ascoltate ciò che si narra nel nostro tempo nel nostro spazio del vagabondo che voleva acquistare fama. Egli aveva dedicato l’intera sua esistenza a cercare maestri che lo erudissero su cinque aspetti, che riteneva importanti per destare l’approvazione del mondo: l’arpa, i libri, gli scacchi, i pennelli e la spada.

L’arpa gli diede la musica mostrandogli che il suono più profondo è il silenzio che dimora nell’anima; i libri lo resero edotto. Con gli scacchi acquisì la strategia e la capacità di reagire alle azioni altrui. Con i pennelli poté esercitare la bellezza della sensibilità. La spada rappresentò il suo strumento di difesa.

L’uomo divenuto famoso come desiderava, incontrò un fanciullo che gli domandò cosa avrebbe fatto se avesse perduto questi cinque strumenti. Allora, il fanciullo fece comprendere all’uomo che la sua arpa non avrebbe potuto suonarsi da sola, che un libro necessitava di qualcuno che lo leggesse, che la scacchiera senza giocatori non aveva senso, che pennello e inchiostro non potevano muoversi da sé e che alla spada occorreva una mano capace di sfoderarla. Ecco ciò che accade quando l’intelletto che si è a lungo esercitato nella destrezza, che crede di essere unico e insostituibile, incontra il Cuore e scopre che a nulla serve acquisire destrezza senza conoscere la parte più profonda dell’essere.

Le mie parole sono rivolte agli umani che nella volontà d’essere artefici si sono alimentati di egotismo all’alterigia e con tale agire hanno perduto il contatto col Cielo; ma le mie parole sono pure rivolte a coloro che si definiscono ministri della Chiesa di pietra, che poco ha a che fare con la chiesa del Cuore. A tali ministri va il nostro sguardo avvilito e rammaricato perché sempre più concentrano le loro forze sulla battaglia fra angeli e demoni trascurando che nulla sfugge al controllo di EA.

Questi, i cosiddetti ministri di EA, se non si ravvederanno, avranno sempre più il destino terribile delle montagne: le coscienze muteranno, ma loro si sentiranno obbligati a contemplare sempre il medesimo paesaggio. L’unica risposta giungerà dal Ministro dei ministri di EA che marchierà come peccaminoso il nuovo e impellente desiderio di fresca e semplice religiosità, con l’enciclica che definirà pagano il sentimento d’Amore che soffierà tra gli umani.

Se la Chiesa di pietra con tutti i suoi ministri non si ravvede rimarranno solo le ceneri.

Che la luce sia con voi”.

E.d.L