La Vera origine della Malattia
Antica statua di Asclepio
2 Marzo 1998
“…Il dire che vi accingete ad accogliere favorirà la vostra comprensione, ma la finalità è solo in minima parte intellettiva: sopra ogni cosa è applicativa, perché gli uomini sono sempre più afflitti dalle sofferenze che hanno generato da cui sono ormai dominati, in uno spazio in cui sono sovrani l’alterigia, l’egotismo e la prevaricazione e in un tempo che rinnega la sua origine.
Dirò del corpo ma in seguito pure della mente.
Dopo aver rivolto la questione a coloro che tra di noi detengono per volontà del Maestro le più alte conoscenze nell’arte medica, mi accingo ad offrire i primi frammenti per condurvi verso il sapere.
È tempo dunque che vi parli di medicina e di malattia, affinché‚ comprendiate ciò di cui gli umani non sono più memori. Già colui che si era votato al culto di Asclepio, aveva scordato il significato della vera medicina.
Procediamo, dunque.
È di certo necessario che lo studio della medicina si estenda a quelle che dobbiamo definire le vere origini della malattia. Nel vostro tempo e nel vostro spazio, gli umani hanno sempre più affermato la tendenza a prescindere dalle vere origini, per volgere lo sguardo a ciò che si verifica in superficie. Da tale tendenza a fermarsi alla superficie dei fenomeni deriva che nella medicina umana, all’inizio della descrizione di un quadro morboso si trova la menzione del bacillo che ne viene ritenuto responsabile, cioè qualcosa che è penetrato dall’esterno nell’organismo umano.
Pure a una considerazione superficiale, questa visione provoca un errore dovuto al fatto che essa prescinde del tutto dall’elemento primario. È necessario rammentare che se nel corso di una malattia infettiva d’ogni tipo, in una qualsiasi parte del corpo si sviluppano dei bacilli in grande quantità, è naturale che questi provochino nell’organismo umano dei fenomeni come può provocare qualsiasi corpo estraneo: per effetto della presenza dei bacilli possono manifestarsi i più diversi processi infiammatori. Se tutto viene attribuito all’azione di quei bacilli, l’attenzione si concentra esclusivamente su questo fattore, mentre viene distolta dal la vera origine della malattia.
Per comprendere le cause primarie è necessario osservare l’intero manto vegetale che ricopre la Terra, la somma ditutta la vegetazione terrestre.
La vegetazione tutta non soltanto si sviluppa dalla Terra verso lo spazio cosmico ma viene altresì estratta dalla Terra ad opera di forze che agiscono da ogni parte dell’Universo.
Queste forze contribuiscono alla crescita delle piante esattamente come vi contribuiscono le forze provenienti dalla Terra. Esiste una continua reciproca collaborazione tra le forze che agiscono sulle piante dalla Terra e quelle che operano su di esse dagli spazi cosmici.
Se le forze provenienti dagli spazi cosmici si esplicassero pienamente, se esse afferrassero del tutto le piante, se i pianeti non provvedessero a limitarne la portata, a farle anche ritrarre, la pianta avrebbe sempre la tendenza a diventare animale. Alle forze che agiscono provenendo dal cosmo si contrappone la forza proveniente dalla Terra: la tendenza alla mineralizzazione entro l’esistenza vegetale.
L’esistenza vegetale è in mezzo fra la tendenza alla salificazione, e la tendenza all’infiammarsi, al diventare animale. Questa duplice opposta tendenza è sempre presente nella natura esterna e pure interiorizzata e centralizzatanell’organismo umano.
Poiché‚ possiede i polmoni, l’organismo umano è una piccola Terra: tutto quanto agisce dal polmone opera nell’organismo umano verso il basso, proprio come le forze della Terra agiscono verso l’alto nell’organismo vegetale. Tutto ciò che attraverso la respirazione e l’attività cardiaca viene incontro al ricambio polmonare interno agisce in modo analogo all’elemento cosmico esterno.
Nell’organismo umano esiste la necessità che rimanga separato quello che partendo dall’intero organismo si concentra da ultimo nell’attività cardiaca, da quel che si organizza e finalmente si concentra nel ricambio interno del polmone. Codeste due attività non debbono agire l’una sull’altra, quindi sono separate da un diaframma eterico, generato dal ritmo respiratorio medesimo. Così è possibile l’armonizzazione reciproca dell’uomo superiore e dell’uomo inferiore.
Con tale funzionamento, all’uomo può dunque accadere qualcosa di analogo a ciò che per le piante è rappresentato da un’eccessiva attività della Terra: se l’azione salificante della Terra divenisse eccessiva, le piante diverrebbero troppo minerali. Nell’organismo umano, in quelle condizioni, avverrebbe che la pianta eterica che si trova nel polmone e che emerge crescendo dal polmone come la pianta fisica dalla Terra, promuova così un indurimento del polmone e quindi una mineralizzazione eccessiva.
Può divenire eccessiva anche l’opposta tendenza al diventare animale. In tale caso si genera una sfera nella quale gli organi vengono a trovarsi in una condizione eterica favorevole alla vita di esseri animal-vegetali, provocando una specie di inclusione particolare: la malattia dell’uomo superiore.
Per sciogliere l’enigma dell’influsso dei bacilli nell’organismo umano, è necessario risalire all’attività ritmica e alla sua alterazione, che genera una sfera particolare al posto di quella generale, diffusa su tutto l’organismo.
Gli umani inviano incontro alle forze provenienti dall’uomo superiore quelle dell’uomo inferiore, e in ogni singola individualità umana deve vigere un ritmo regolare fra quei due tipi di forze, ritmo che si esprime nel giusto rapporto fra la veglia e il sonno. Nel ritmo alterno di veglia e sonno si inseriscono altri decorsi ritmici dovuti al fatto che anche durante lo stato di veglia gli umani sono desti con la parte superiore, ma dormono con quella inferiore.
Alla luce di ciò, cominciando a prestare attenzione a tali aspetti, finirete per scoprire una singolare concordanza fra il rapportarsi dell’individuo e la modalità della sua organizzazione interna. Dal modo in cui un uomo si esplica nella vita, potrete intuire come funzioni il suo corpo. È del tutto errato credere che l’attività psichica esplicata dall’uomo nel mondo esterno, il suo aspetto, il suo comportamento dipendano solamente dal suo sistema di innervazione. Nient’affatto: dipendono dall’uomo intero, sono espressione dell’uomo intero.
Sarebbe proprio desiderabile che tale visione fosse introdotta nello studio della medicina: nel Sapere autentico ne esistono le più favorevoli premesse.
Nel corso dell’esistenza, l’umano percorre una via che può essere simbolizzata dallo spettro della luce in cui compare una parte più chimica, una parte luminosa ed una piuttosto calorica.
L’umano segue questo percorso: nell’età d’infanzia ricorre maggiormente alle attività di tipo chimico, trapassa poi alle attività che operano mediante la luce e più tardi ancora alle attività che agiscono mediante il calore.
L’età d’infanzia e ancora prima la vita entro le membra materne rappresentano una prevalenza di processo salino, ilperiodo centrale della vita una sorta di processo mercuriale e l’età del senile una specie di processo sulfureo.
Rammentate quindi che nell’età d’infanzia si deve prestare la massima attenzione alla regolazione del processo salino, nell’età intermedia a quello mercuriale e nell’età che segue ai processi sulfurei o fosforici e alla loro regolazione.
È tempo che mi accomiati affinché‚ possiate dedicarvi ai primi frammenti dell’arte del curare, liberandovi delle disposizioni inutili e superficiali provenienti dalle conoscenze umane”.