La Cerca

26 Agosto 1998

“Salute a voi.

Si approssima il tempo in cui l’Antro Cosmico si aprirà a coloro che avranno domandato col cuore di accedervi, per partecipare alla Conoscenza che vi giunge dal nostro spazio e dal nostro tempo.

Coloro che giungeranno diverranno partecipi di ciò che avete ricevuto e ancora riceverete, ma dovranno pure sapere cosa significa, al di là dell’acquisizione dei frammenti di Conoscenza, essere parte dell’Antro Cosmico.

A tutti coloro che fanno e faranno parte dell’Antro Cosmico verrà domandato perpetuamente rigore e disciplina, ma dirò meglio in seguito.

La partecipazione all’Antro non è infatti meramente teorica, come accade nelle scuole denominate esoteriche, ma domandiamo coerenza di emozioni, di pensieri e di parole.

Nella scelta di coloro che saranno accolti, non vi sarà discriminazione, ma non verrà udita la domanda verbale, bensìquella del cuore, che sarà rispettosa del singolo cammino, indi della possibilità di accogliere ciò che giunge, dal nostro spazio e dal nostro tempo.

Chi sarà accolto, di conseguenza, sarà pronto ad accogliere e dopo aver udito e compreso a scegliere se divenire parte integrante e ciò significherà osare, esporsi e rendere discutibili pure convinzioni radicate e arroccate, affrontandopure i timori, correlati all’abbandono della via conosciuta, per la via sconosciuta che, per gli umani, assai difrequente è l’abbandono dell’illusione per la Verità.

La forza che alimenta l’Antro Cosmico è l’Amore, la meta l’Amore, il percorso la Ricerca.

Vi stiamo accompagnando e sempre più vi accompagneremo attraverso la conoscenza di fedi e filosofie, simili a vigorosi fasci di convolvoli, che legano tra loro popoli e credenze, in un’unità di concezione che, malauguratamente, lo spirito umano di separatività e di aberrazione ha cercato di distruggere, affinché sentiate nuovamente riecheggiarela Verità, che informa di sé la Manifestazione.

Il nostro dire intende ricondurvi a rammentare l’unita sostanziale di ciò che, or ora, agli umani appare un caleidoscopio di credenze e filosofie, senza nesso alcuno tra loro.

Questa Potenza Unificante è l’unica che, in verità, alimenti gli infiniti rivoli dell’umana sapienza.

La Verità dimora nella purezza dell’Amore: purezza immacolata, simile a quella delle nevi eterne che ammantano le più alte vette. In essa soltanto, la Fede si trasforma in acqua lustrale, che feconda le azioni degli umani e illumina il cuore degli umili.

Ordunque, Ricerca non come sinonimo di cercare. È questo il verbo utilizzato, assai di frequente, da chi si mette incammino verso la Via.

Ma ciò che noi intendiamo è piuttosto “la cerca“, che ha poco a che fare col cercare di cui parlano tanto gli umani.

Di frequente, infatti, quando gli umani cercano qualche cosa, attivano una sorta di allarmi mentali, che puntualmente li distraggono dall’oggetto della propria ricerca, sino ad impedire all’individuo di poter osservare intorno a sé efinalmente trovare l’oggetto in questione.

In realtà è necessario “volere senza desiderare“, che implica in sé un atto volitivo ben preciso e, insieme, esuladall’atto puramente egoico del per sé.

Vi domandiamo di comprendere ciò che da Noi vi giunge, nel senso di prendere con sé, e quindi portare insieme, manon avere in esclusiva oppure possedere.

La Verità, per essere tale, non può essere dominata da un singolo e nemmeno da un gruppo, e indi sono ridicole le diatribe che vedono protagonisti i cosiddetti maestri di una scuola iniziatica, i quali pretendono la priorità su di un pensiero o peggio su un’idea, entrambi eterei e non fisici, quindi impossibili da ottenere, e di conseguenza impossibilida cercare e poi trovare.

L’Antro Cosmico sempre sarà accogliente e pronto all’ascolto, e non mostrerà la Verità cercando di convincere attraverso elucubrazioni meramente mentali, e pure arroccandosi, ma farà proseliti attraverso l’azione coerente nella realtà.

L’unico modo, a differenza di ciò che fanno gli umani che si indirizzano sempre più verso la mente, dimenticando ciò che risiede nel suo centro, e di conseguenza di trovare giustificazioni logiche a ciò che è analogico; l’unico modo per essere sicuri di raggiungere la Verità è quello di sintonizzare tutti e tre i livelli di manifestazione vivente, fisico-psichico-spirituale verso una idea generale e quindi non limitata, senza confini ben precisi, che ha lo stesso scopo di un faro nella notte: ha il compito di illuminare il cammino. Intendiamoci, il cammino del singolo, nel rispetto dell’altro, come essere libero.

Per realizzare ciò, necessita Rigore inteso come Disciplina. Disciplina, Rigore, a loro volta, intesi come insieme di regole fedeli alla Vita, nelle sue molteplici espressioni.

Regola, che sia pure in grado di scandire i tempi dell’umano che la crea, essendo egli in grado di creare, per una sorta di autoregolamentazione.

Per l’umano, il seguire la propria Regola, l’attenervisi, può talora essere faticoso, ed avere pure un prezzo assai alto, potrà pure essere causa di sacrifici e talora richiedere rinunce. Queste, però, non dovranno essere considerate sotto l’aspetto mortificante, poiché perderebbero di valore.

Non, indi, come il monaco medievale che indossava il cilicio; non, indi, forme di penitenza, poiché il corpo è il tempio creato da EA’, che è stato dato agli umani per progredire nella permanenza terrena. Indi, sarebbe piuttosto controproducente giungere volontariamente a danneggiarlo o considerarlo un impedimento all’evoluzione spirituale, come usano dire le voci della chiesa di pietra.

Gli ostacoli, le sofferenze, i travagli sul cammino, talora necessari, spesso generati dagli umani stessi, per la volontàd’essere artefici, possono essere causa di scoramento, rendere arduo il seguire la Regola, e spingere ad allontanarvisi.

Ma è in questi frangenti che quella Regola, quel Rigore, quella Disciplina interiore debbono dare la forza di proseguire, per non fare apparire tutto mortificante, e per non far divenire inutile l’esperienza che quell’essere sta vivendo, diversamente si troverebbe a doverla ripetere in un altro tempo.

Il sacrificio, a differenza di ciò che vi è stato trasmesso da coloro che necessitano il controllo delle anime, è il “sacrum facere“: il rendere sacro ciò che si sta facendo, sino ad arrivare a cogliere il significato dell’esperienza vissuta, cercando di tentennare il meno possibile, per rimanere fedeli alla Regola.

La Disciplina, come ho di già detto, è la palestra dell’anima, indi è il Fuoco sul quale andrà battuto il ferro del proprio cuore e della propria volontà, e continuando a batterlo, con pazienza e perseveranza, il ferro si trasformerà in acciaio e non potrà essere più intaccato dalla ruggine che lo rende friabile.

Indi, chi è “alla cerca”, e accederà all’Antro, dovrà tenere ben presenti due armi a disposizione dell’argonauta novello, che dovendo bruciare tutto prima del suo viaggio per mare, riamane con una sola veste, quella che indossa, l’animacoperta da un corpo, e solo poche armi, ma affidabili: il suo cuore e la propria forza di volontà. Con queste, dovrà affrontare la Vita e le sue prove e su queste basarsi nei momenti di rinunce e sacrificio oppure scoramento.

L’argonauta, quando parte, brucia la sua casa per impedire a sé stesso di avere la tentazione di farvi ritorno, e quindi per impedire a sé stesso di non essere fedele alla propria Disciplina, al proprio Rigore, alla propria Regola.

Tutto ciò senza dimenticare che, spesso, partenza, tragitto e arrivo, o se preferite inizio, ricerca e meta sono solo tre punti: anelli su di una lunga catena.

All’umano intimorito dalla Regola, che crede erroneamente d’essere libero, negando Disciplina e Rigore, e rinunciando, indi, ai Valori, ed erigendosi, di conseguenza, ad artefice rammentate che: “l’ostacolo, la rinuncia, il sacrificio, sono come un’onda e tu sei un piccolo albero sul quale queste onde si infrangono”.

L’ostacolo, la rinuncia, il sacrificio, ti fanno vacillare e poi cadere, ma ti rialzi e questo accadrà sino a che non cadrai più e vacillerai soltanto, e questo continuerà sino a quando non vacillerai nemmeno.

Sarai come un albero le cui radici sono così forti da resistere alla potenza delle onde.

Allora, come il centauro che sta a simboleggiare il segno zodiacale del Sagittario, incoccherai la freccia, tenderai la corda dell’arco e poi mirando verso il Cielo scaglierai la freccia verso l’alto. E mentre la freccia procederà, ti accorgerai di essere la freccia e sentirai il bersaglio perché scoprirai di essere anche il bersaglio oltre la freccia e l’arciere: quella è la Verità.”

Che la Luce sia con voi.”

E.d.L