Il Terzo Sale

25 Giugno 1998
“Salute a voi.
Or ora, faccio ritorno per trasmettervi i frammenti di Conoscenza che sono stati disposti per voi in questa mia venuta.
Di già parlammo delle ore della giornata, di luci e di ombre, indi di colori.
I colori planetari rappresentano una conoscenza sconosciuta agli umani che, quando affermano l’esistenza dei colori, corrono con il raziocinio immediatamente alla composizione elettromagnetica della luce, costituita dai campi perpendicolari a quelli magnetici, come indicano le leggi umane, che non scordate sono leggi che indicano delle proporzioni, delle relazioni, ma quello soltanto.
Ogni lunghezza d’onda, ovvero ogni colore, possiede una propria caratteristica magnetica determinata da una frequenza di vibrazione e da una polarità ben individuata.
D’altronde, i liquidi intercellulari umani passano dalla condizione di gel a sol pure per piccole variazioni magnetiche, che si succedono nel corso della giornata, secondo la luce incidente, e durante la variazione dei potenziali elettromagnetici dovuti alle mutazioni climatiche.
La polarità totale dell’umano corpo necessita d’essere negativa, diviene positiva quando vi è esposizione a malattie.
La frequenza competente al massimo accentramento cinetico della materia, rappresentato dalla simbologia di Saturno, è ad alta vibrazione, ed è quella del color viola.
A mano a mano che si discende, giunge il rosso, il Sole, a maggiore lunghezza e a più bassa vibrazione.
Da un massimo si passa ad un minimo, da un accentramento spinto, qual è quello saturnino si sfocia in un moto più calmo e a più bassa vibrazione.
Ogni frazione del giorno, secondo l’insolazione che riceve e secondo il gioco delle luci nelle varie stagioni, ha una caratteristica ben definita.
Analogamente, gli umani organi risentono di questa lunghezza d’onda, tanto da passare dalla funzione ossea saturnina al massimo della sua vibrazione, alla funzione cardiaca del cuore a più bassa frequenza di moto.
Le ore che competono ai vari organi indicano pure i tempi in cui i medicamenti debbono essere somministrati per risultare maggiormente efficaci.
Ordunque, ogni organo ha una Funzione planetaria che lo informa, lo plasma, lo sostiene e un Segno che lo concretizza nella sua realtà esteriore. Ebbene, una sola parte dell’umano corpo in questo succedersi di corrispondenze è rappresentato dalla sola Funzione e nessun Segno.
In tale contesto di assai importanza è il sistema osseo umano, lo scheletro, che è rappresentato dalla sola Funzione saturnina: la maggior condensazione che può raggiungere la materia organica.
Lo scheletro, da tale punto di vista, non è un organo qualsiasi: è un punto di grande importanza nel complesso evolutivo, un traguardo che merita un’attenzione particolare.
È il punto d’arrivo nella scala discendente dell’evoluzione che partendo dallo Spirito raggiunge la materia. In senso ampio, non appartiene ad alcun simbolismo zodiacale, in quanto espressione dell’ultimo confine che viene raggiunto nella catabasi dello Spirito.
È una Funzione diretta, è Fuoco che si è condensato al suo limite estremo e, al di là della sua composizione chimica, è in possesso di una potenzialità primigenia quale nessun umano può avere. È l’elemento che nella palingenetica per primo deve essere sentito, compreso, sperimentato, perché possa acquistare quella dinamizzazione che risvegli il Fuoco nascosto che si cela negli esseri viventi.
È l’esperienza della discesa agli inferi, del nero più nero del nero.
Le ossa sono il regno incontrastato di Saturno, e la loro resurrezione rappresenta il processo di ritorno che parte dalla materialità e si innalza verso una rievoluzione negli stati superiori.
Non è affatto casualità, che il profeta a voi già menzionato, per ordine di EA’ profetizza sulle ossa di cui è piena una valle. Tali ossa, sempre per ordine di EA’, ricevono lo Spirito e si accostano le une alle altre, secondo la propria giuntura. Si rivestono di nervi, di carne e poi di Spirito.
Le ossa che ritornano ad essere uomini è la Resurrezione di cui si è fatto testimone il Maestro nella sua venuta, nel vostro spazio. È la rievoluzione di Saturno che ritorna Fuoco, della materia che si smaterializza.
Cogliere ciò, equivale a giungere al seme della materia, alla radice della manifestazione, ed entrare in possesso di quel principio coagulante che fa da ponte tra il sensibile e il trascendente.
Il sistema osseo, indi, non è un prodotto dei 12, bensì è l’essenza stessa del principio astringente che regola la nascita della materia.
È una Funzione Primaria e come tale va considerata: il fine di una discesa, un confine raggiunto oltre il quale, agli umani, non è possibile andare.
Nelle ossa, a ragione, gli iniziati egizi, sapevano che risiedeva lo sviluppo progressivo della coscienza in quanto seme della materia e della manifestazione, al di fuori della proliferazione seminale.
Ora, le trasformazioni che avvengono in natura, il medesimo principio evoluzionistico a cui gli umani sono arroccati, impongono di pensare che una specie si trasmuta per mezzo dei suoi individui, presi singolarmente ed ognuno con le proprie esperienze.
Ordunque, è necessario che esista una trasformazione del proprio essere nello stesso individuo. Se esso vuole progredire, deve reincarnarsi in un essere con caratteristiche nuove.
Il Sale Fisso, cenere indistruttibile, rispetto al cromosoma è il vero portatore delle specificità dell’essere che protegge e conserva le sue caratteristiche personali comprese quelle acquisite nel suo vissuto.
È il Terzo Sale: ultima materia di ogni cosa che si trova in essa, e che resta ancora dopo la sua distruzione. È tempo che mi accomiati.
Che la Luce sia con voi.”