Il Sussurro dell’Angelo (1857 – Benjamin Edward Spence)
20 Settembre 1998
“Salute a voi.
Giungo per trasmettervi nuovi frammenti di Conoscenza, ma prima d’accingermi a fare ciò, dobbiamo riconoscervi intuizione e perspicacia, nell’interpretazione del mio dire, poiché vi indicai i simbolismi delle nove porte dei sepolcri tebani, che come di già dissi, altro non sono che la rappresentazione degli Universi sui vari piani dell’esistenza e, in ultima analisi, la raffigurazione dell’Uno-Tutto, nella sua complessità organica, che dal simbolismo del Nove conduce al Dodici attraverso l’Uno-Tre. Ho detto, e voi avete compreso. Avete compreso, e meglio comprenderete i significati, nella globalità, dopo avere udito ciò che, in questa venuta è stato disposto per voi, e ciò che in seguito verrà ancora.
Avete compreso, ma non ponete limiti, poiché la Verità non s’esprime attraverso rigidi confini. Essa non è materia, ma respiro che s’espande, indi, siate sempre pronti a modellare il vostro conoscere, inserendo nuovi elementi, e a rigettare ogni forma di rigidità, poiché è sinonimo di limitazione. Siate sempre rigorosi e disciplinati, ma accoglienti.
Le nove porte dell’Enneade egizia sono traducibili secondo l’ebraica visione in:
Animali di Santità
Ofanim
Aralim
Hasmalim
Serafim
Malachim
Elohim
Bne Elohim
Cherubim
che si assommano in Issim, il 10° termine: l’Universo, nella sua manifestazione esteriore. Tale approfondimento, vi permetterà di meglio conoscere ciò che di già supponete.
Or ora, procediamo a una più approfondita comprensione dei simboli planetari.
Desideriamo evidenziarvi che tali simboli non intendono indicare i pianeti, errore in cui è caduta l’attuale astrologia umana, ma sono la rappresentazione delle forze presenti in tutti gli Universi e, indi, designano le linee, lungo le quali si sviluppa l’Azione Divina, nella grande Armonia del Creato.
Perciò, Saturno è la rappresentazione simbolica di quella forza universalizzatrice che cristallizza, condensa, focalizza le forze primigenie, che dovranno entrare in manifestazione, creando gli esseri, quali il Caino biblico; così Venere rappresenta la forza che tende ad unire, armonizzare, le forze che si sono manifestate per mezzo dell’azione accentratrice di Saturno stesso.
La simbologia planetaria che è stata, nel vostro tempo e nel vostro spazio, screditata dalla ignorante astrologia, fu impiegata dagli umani che, in passato, detenevano la Verità per indicare i contenuti delle forze e dei processi che si svolgono nel grande corpo cosmico dell’Uno-Tutto: processi che seguono, nel loro divenire, una cadenza settenaria.
Solo l’ultima onda analogica dell’Enneade si è infranta nel sistema planetario e ciò ha determinato la nascita di ciò che appellate astrologia la quale, perduto di vista il significato primigenio dei pianeti, ne considera solamente l’ultimo, il più vicino al vostro mondo sublunare.
Nel corso della vostra erudizione, di cui a me spetta il compito, vi condurrò pure alla comprensione della Teurgia, quel mirabile strumento che, destando le forze esistenti negli Universi, consente di giungere all’Unità, comprendendo pure le 16 Forze o dei Azonici, come li appellavano i Caldei, che sono stati appellati altrove dei encosmici o Elohim.
Essi furono denominati pure Terzo Cielo, poiché sono collocati nella parte superiore del Corpo, la terza suddivisione dell’Universo, della Realtà-Una.
È il mondo interiore, di cui il Paolo santo dice: “Conosco un uomo in Cristo, il quale 14 anni fa, se nel suo corpo o fuori del suo corpo, non lo so, lo sa Iddio, fu rapito dal Terzo Cielo”.
Questo Terzo Cielo ha la sua radice in quello immediatamente superiore, il Quarto, che lo controlla, lo dirige e lo determina; ha la radice, ossia, nel Cielo dei Malachim, il cielo in cui risiede il Volto della Fiamma, Tiferet, la sfera del Sole.
Con il suo moto, il Quarto Cielo condiziona la divisione per sedici, indi, lo Zodiaco, il cui passo è ritmato dal cielo immediatamente superiore, appare essere il percorso solare nella sua suddivisione del quattro alla sua potenza.
Per quanto detto, è comprensibile come entrambe le suddivisioni del percorso solare possano coesistere, anzi, la suddivisione per 12, cioè lo Zodiaco astrologico, non potrà mai prescindere da quella per 16, ovvero lo Zodiaco palingenetico.
Il Sole non è da considerarsi meramente secondo il concetto dell’umana astrologia attuale.
Il Sole, al di là d’essere l’astro, attraverso il simbolismo solare, rappresenta la discesa dello Spirito nella materia.
In questo senso, per coloro che detenevano la Conoscenza presso la Terra Rossa e, in seguito, come ho di già detto, per coloro che ne vennero in contatto, il Sole non veniva rappresentato al centro della gerarchia planetaria, ma era considerato l’intermediario tra il mondo intellegibile o Anima, cioè tra la parte mediana della divisione ternaria degli Universi, raggiungibile tramite il Nous, e il mondo sensibile, o Corpo, in quanto il Sole stesso riceve dall’Alto le direttive per la sua funzione creatrice.
Indi, il Sole, inteso in tale modo, rappresenta il ponte di passaggio tra un mondo ipercosmico, che sfugge alla percezione degli occhi e delle orecchie fisici, ed è solo percettibile attraverso l’extrasensorialità, e il mondo della Natura, ai cui spettacoli vi è concesso d’assistere quotidianamente.
Tale principio di trasmutazione, che nell’epifania solare si associa alle caratteristiche dell’elemento Fuoco, si esplica attraverso varie componenti. Di qui i tipi solari del simbolismo, nel sistema planetario che riduce le diverse gradazioni della Volontà Unica, emergente dalla Virtù Prima a due termini: maschio e femmina.
Indi, facendo riferimento al vostro sistema solare è possibile riconoscere tipi maschi: il Sole, indice dell’Intelligenza Prima, la quale si esplica attraverso gli altri canali maschili, e cioè Marte, il Sole nell’atto di esplicare la sua volontà; Giove, il Sole materiato, che usa tutto quanto serve all’ultima destinazione; e infine Saturno, il Sole divenuto materia.
Per contro, esiste la forma speculare del Sole, il suo riflesso, che si evidenzia nei pianeti femminili: la Luna, ovvero il Sole nel suo riflesso immaginativo; Venere, indicante il momento del matrimonio dell’Intelligenza con la materia. Da ultimo, abbiamo l’elemento neutro, Mercurio, cioè il Sole quale Intelligenza e Volontà immaginative, operanti.
Questo è il profondo postulato e la ragion d’essere dell’astrologia.
Da quanto vi ho detto, è comprensibile che il Sole sia stato cantato come divinità visibile, non perché il punto più alto nella scala delle conoscenze filosofiche umane o, come il datore di vita e il reggitore delle forme, ma in quanto punto di transizione tra il mondo superiore, noetico, e il mondo inferiore, il mondo delle forme.
E con il Sole, fu cantato tutto quanto a lui si riferisce, tutto ciò che egli determina e cadenza nel suo lento rivoluire, nel tempo e nello spazio, quale espressione sensibile di un Principio Intelligente Superiore, immateriale, che invia i suoi comandi da un mondo trascendente e che, nel Sole stesso, trova la sua concretizzazione.
Indi, il Sole si completa nelle sue varie espressioni: quale centro del sistema planetario e nel suo percorso celeste, lungo il quale determina, rispetto ai vari riferimenti terrestri, diversi punti di stazionamento che cadenzano il suo percorso annuale, sullo sfondo del cielo stellare.
L’astrologia, vista dall’angolazione esplicata, diviene l’altare delle ascensioni umane, una delle vie per ricongiungersi al Padre, un mezzo dato nelle mani dall’umano che diviene una sorta di Prometeo, dal volto luminoso che, gettando lo sguardo profondo del re negli immensi spazi abissali, può cogliere nel suo pugno la potenza del vincitore, espressione profonda del suo psichismo interiore.
Ma, egli è incatenato alla rupe, poiché la sua Libertà si esplica nella costrizione, e ha le viscere dilaniate dall’aquila, poiché l’impianto della sua vita, nella volontà di potenza e pure di prevaricazione, avviene al di fuori della Volontà e della Coscienza, ed è oberato dalle sofferenze, poiché ignora Legge. Legge che conduce inevitabilmente all’evoluzione, che può rivelarsi, talora, assai sofferta, se non vi è rispetto della medesima e neppure delle altrui vite.
Solo l’Amore libera, poiché conduce alla Conoscenza della Legge e affranca dall’egotismo e dall’alterigia, che fanno dei divini figli del Padre demiurghi distruttori.
Solo l’Amore può lenire le sofferenze del cammino, poiché può divenire, se la scelta avviene come atto di volontà, il punto di appoggio che aiuta gli umani ad alzarsi da ciò che talora diviene il loro letto di dolore, poiché solo l’Amore, con gesto supremo permette di fissare l’Infinito senza tremare, di piombare nel cuore del Mistero per squarciare il velo, affinché la vita nuova si metta in cammino. L’Amore è canto di Magia, di Bontà, di Armonia, di Luce che vince ogni cosa, che si dilata, poiché in esso vi è Fede, Speranza e Volontà di ascensione.
L’Amore è il canto umile e dolce che viene molto da lontano; è il profumo che odora d’Infinito, è il segreto bisbigliare che parla all’anima, e per la via del cuore rivela, più d’ogni altra scienza, il mistero dell’essere.
È tempo che mi accomiati. Presto farò ritorno, poiché la vostra erudizione deve procedere un poco più celermente, essendo prossimo il tempo in cui giungeranno novelli argonauti, che dovrete sostenere all’esordio del Viaggio.
Che la Luce sia con voi.

