22 Ottobre 2025
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16 Febbraio 1998

“…Le denominazioni che giungono dal nostro tempo e dal nostro spazio non implicano mai giudizio alcuno, perché nel nostro tempo nel nostro spazio è superata la rudimentale necessità di giudicare.

Gli umani non sono a conoscenza del loro nome cosmico, che è energia di luce, perché non saprebbero utilizzarlo dal momento che sono assai più avvezzi all’illusione che alla verità, all’ignoranza che alla conoscenza.

La conoscenza del nome è conoscenza autentica: pronunciare il nome equivale a plasmare una immagine spirituale, Pronunciare il nome significa rivelare l’essenza di un essere.

Rammentate che nominando si crea. Chi conosce i veri nomi celati agli umani, vive un possesso quindi solo quando il tempo delle prove è giunto al termine è possibile conoscere tale verità.

Ogni qualvolta, gli umani offendono il Maestro attraverso il loro pensare e il loro agire, erigendosi a demiurghi, abbagliati dall’alterigia e dall’egotismo, distruggono il proprio nome, perciò il Maestro, Colui che è ieri, oggi e domani, prende tutte le precauzioni affinché il nome duri in eterno.

Gli elementi del nome, le lettere di cui è composto, sono suoni portatori di energia: per possedere tali suoni bisogna aver superato le prove, che implicano il superamento della mera dimensione umana, per poter attingere non più alle fontane, ma alla Fonte. Tale energia è assai potente e deve essere gestita assai bene.

Nel nostro tempo nel nostro spazio, le parole rituali sono materia animata, agiscono sul mondo esterno, e se necessariolo modificano.

È tempo di far ritorno ai frammenti di cui non ci siamo più occupati.

Mediante le quattro diverse e apparentemente contrarie esplicazioni di forza, EA’ tutto genera, tutto fa apparire, tutto fa coesistere.

Eppure terra, acqua, aria, fuoco sono forme di EA’ e contengono lo Spirito suo, la sua Virtù, sono quindi le Sue quattro facce negli elementi, cioè la Sua trasformazione in quattro spiriti generatori, trasformatori, rigeneratori di tutte le cose.

Trasformatori e non distruttori. Poiché‚ in sé‚ la distruzione non esiste che come una successione delle forme apparenti, nello spirito delle quali forme, non esiste che l’Eternità.

Questo universale trasformarsi in quattro forze semplici, contrarie, opposte, simmetriche è rappresentato dalla forma della Piramide, il cui punto più alto e sublime confonde, in un sol tratto tutto ciò che viene dalla terra, per rifondersi in EA’, generatore di tutte le cose visibili e sensibili, cioè nel Cielo, poiché‚ questa sublimazione resta invisibile e nascosta agli occhi degli umani, ciechi alla luce del tempio di EA’.

In ciò risiede il significato della Piramide che segna la nostra venuta in quel tempo e in quello spazio, nella terrarossa, obbedendo alla volontà del Maestro.

Dato che l’umano è il perfetto specchio di EA’, in quanto contiene le differenti forme della medesima forza, sino alla sublimazione degli elementi eterizzati: pensieri, volontà, immaginazione, è evidente agli occhi della ragione, che a somiglianza dell’unità creatrice e nel suo cielo di sublimazione può creare, trasformare, distruggere anche le forme, tal quale come nell’invisibile del Cosmo Etereo, EA’ può creare e trasformare.

Ma la divisione e suddivisione dell’Unità generatrice è uno spirito del Creatore unico, sotto quattro differenti aspetti.

Ebbene tutte queste forme materiali gravi o sublimi contengono una forma dello stesso spirito di EA’ e quindi anche l’umano, in questo senso, è analogo al Cosmo Universo e al suo Creatore, che si manifesta per esso e in esso.

La Potestà dell’unico spirito creatore discendendo dal suo infinito nella finita e determinata manifestazione umana, non perde la sua Virtù Prima di creare le forme e distruggerle; così l’umano può nelle sue quattro semplici materiazioni della forza, come EA’ suo padre, è esso stesso a compiere atto creativo.

Con la Conoscenza di EA’, padre suo, l’umano è EA’ nel finito del suo essere.

Questa proprietà umana di contenere e ripetere nel finito della natura umana l’infinita Virtù Prima, nelle religioni è manifestata ai volghi, sotto la forma delle incarnazioni divine e nella forma dei miti dall’eroe, mentre tutti gli umani, eguali forme dello stesso divino principio, rappresentano il tipo comune di esplorazione e di esperimento.

Da ciò risulta, che inteso lo spirito della Prima Virtù, come non occupante spazio limitato e quindi nel suo finito nessun limite di spazio, le sue manifestazioni sono innumeri e nell’umano completo e rigoroso, onnipotenti.

In tale modo, essendo l’acqua in un bicchiere identica a quella contenuta in un fiume l’una e l’altra hanno identiche proprietà, come lo spirito della Prima Virtù contenuto nell’anima, rappresenta la Prima Virtù stessa, nell’atto di manifestare la sua potenza creatrice.

Mi accomiato, per raggiungervi in un altro tempo.

Che la luce sia con voi”.

E.d.L

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